Possono essere tra loro nemici due ricchi,
due poveri, due colleghi, due connazionali, due parenti stretti, ma non due
persone con la stessa visione del mondo. I modi di pensare sono numerosi, ma
se, quanto alle cose essenziali, non ve ne fosse che uno, l’inimicizia
sparirebbe dal pianeta. Sarebbe dunque un immenso bene per tutti, sempre che la
concezione comune fosse quella più ricca di verità. Tuttavia, se c’è
un’opinione generale, è che il passaggio dalla discordanza all’omogeneità del pensiero
sia qualcosa di orribile, buono solo per il genere distopico di narrativa e
cinema, dal Brave New World di Huxley ai romanzi cyberpunk. Nel
linguaggio attuale, il “pensiero unico” è del tutto privo di profondità: è la
conferma del materialismo di Marx senza i suoi vaticini, ribaltati dalla
vittoria del profitto privato e delle sperequazioni. Si tratta quindi del
risultato di una “omologazione” culturale gestita dall’alto, cioè dagli stessi
capitalisti trionfanti, tramite una politica e un giornalismo a loro asserviti.
È indubbio che tale pensiero, se così si può chiamare, abbia una notevole
consistenza, ma esso è “unico” solo nei desideri dei pochi a trarne un vantaggio,
anche se dovessimo considerare solo la parte del mondo che lo ha partorito: è
anzi qui che, dopo molte lotte e sacrifici, il pensiero può liberamente diversificarsi,
è qui che non si possono zittire le voci dissenzienti, né sbarrare i canali di
comunicazione. Ciò anche quando il dissenso non ha di meglio da proporre che il
rilancio delle tradizioni religiose nazionali, o l’abolizione totale della
proprietà privata.
Se dove regna la miseria intellettuale
trovassimo la ragione filosofica e, anziché l’uniformità coatta, la convergenza
evolutiva, l’unità planetaria del pensiero, comportando l’impossibilità stessa
dell’odio e del conflitto, ci si mostrerebbe come l’opposto di una fosca prospettiva.
La varietà delle caratteristiche individuali e culturali sarebbe diminuita solo
per l’abbandono di quelle assurde, come l’uso cinese del corno di rinoceronte.
Soprattutto, essendo un pensiero saggio, si aprirebbero gli occhi di tutti
sulla natura, la cui molteplicità, questa sì, va strenuamente difesa dalle
minacce di un’espansione umana dissennata.
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