sabato 6 agosto 2016

Lo Stato e il pensiero

   Rispetto alle differenti impostazioni generali del pensiero che si manifestano in una popolazione, vi sono due tipi di Stato: quello esclusivo, secondo cui una soltanto di esse è legittima, e quello inclusivo, che riconosce a tutte il diritto di trovare espressione e di partecipare alle decisioni importanti. Questo secondo tipo, dopo secoli di vicissitudini spesso tragiche, sembra oggi essersi definitivamente affermato nei Paesi che, anche per questo motivo, si definiscono progrediti.
  Al problema dei frequenti disaccordi sulle decisioni di interesse pubblico che inevitabilmente si pone con l'adozione del modello inclusivo, la risposta principale sta nel sistema della competizione elettorale periodica fra le rappresentanze politiche, con l'intento di far sempre prevalere il punto di vista di volta in volta maggioritario. Non che la maggioranza, fosse pure assoluta, sia infallibile, ma l'adagio secondo cui sbagliando si impara vale per la collettività come per il singolo: in caso di errore o di inadeguatezza, si può cambiare linea abbastanza agevolmente, e migliorare. È un principio di evoluzione culturale e sociale, un lento processo che in futuro potrebbe dar luogo ad una coscienza collettiva abbastanza elevata ed omogenea da rendere obsoleto anche il sistema attuale: come alle repressioni di un tempo sono succedute le attuali baruffe, così anche queste allora si estinguerebbero, lasciando l'intero campo alla logica e al dialogo.


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