lunedì 12 febbraio 2018

La grande bolla

  Coscienza biologica è comprendere sia che l’essere interessati da un processo di espansione spazio-temporale produce piacere, sia che non sempre ciò coincide con il bene dell’interessato. Quando non coincide, un po’ come la metaforica bolla di ambiti meno vasti, il piacere illude, rinforza verso un precipitoso arretramento, segnato dal dolore e dalla desolazione, ma, se non è di quei casi in cui si perde tutto, foriero anche di apprendimento e di una completa revisione del concetto di bene. Con l’andare del tempo diviene sempre più probabile che dell’inganno, ben noto come problema umano individuale ai maestri spirituali di ogni tempo e luogo, sia vittima l’intera nostra specie, la quale sembra ormai diventata il kamikaze del mondo. Chi oggi vede non lontana la catastrofe ha ragioni concrete, essendone preannuncio i cambiamenti climatici, l’inquinamento delle acque, la riduzione della biodiversità, il fatto che la popolazione umana, con i suoi consumi, i suoi rifiuti e le sue attrezzature, tra cui le armi nucleari, ha superato i sette miliardi e mezzo di unità, e aumenta tuttora, seppure con un tasso di crescita minore rispetto al picco degli anni Sessanta. In mezzo alla mediocrità di quelli che non percepiscono il pericolo, quelli che preferiscono non pensarci e quelli che vorrebbero mettere la retromarcia alla macchina del tempo, spicca per saggezza chi si impegna per la conversione ecologica delle tecniche inquinanti, chi è disposto a cospicue rinunce e particolari attenzioni per non partecipare al disastro, chi difende i patrimoni naturali dagli sfruttatori intensivi, il che, in certi Paesi tropicali, significa spesso martirio. Comprensione e riconoscenza: questi i campi in cui l’uomo può trovare, al posto di quella momentanea e illusoria, un’espansione autentica.

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