Consideriamo l’ordine
concettuale corrente in merito a questi due ordini opposti di proprietà:
A. Forza, potere, superiorità / B.
Debolezza, impotenza, inferiorità.
Elenchiamo ora dieci possibili attribuzioni
di queste proprietà contemplanti l’essere umano:
1. Adulto / Infante
2. Giovane / Vecchio
3. Sano / Malato
4. Padrone / Lavoratore
5. Ricco / Povero
6. Uomo / Donna
7. Eterosessuale / Omosessuale
8. Uomo bianco / Uomo nero
9. Uomo civilizzato / Uomo primitivo
10. Uomo / Animale.
Alcune di queste opposizioni ai più
ripugnano al solo pensarci, in particolare quelle che sono connotate da
discriminazione razziale o sessuale, poiché storicamente
associate alle vessazioni. Tuttavia nessuna di queste coppie è scevra
dal fenomeno della vessazione del primo membro sul secondo, al massimo sono più
o meno diffuse e più o meno violente.
Il primo termine
dell’opposizione può liberamente disporre della propria superiorità relativa al
secondo in due modi a loro volta opposti:
X. Rispetto, empatia, amicizia / Y. Abuso,
disprezzo, utilizzo.
Il modo X deriva
da una qualità che nel modo Y è assente, cioè la coscienza del fatto che la
debolezza, l’impotenza, l’inferiorità di B sono più apparenti che reali. Essere
vulnerabili, infatti, non significa certo non avere valore, come un vaso della
miglior porcellana, antica cinese o Sèvres che sia, non è che valga poco o
nulla perché si rompe con grande facilità. Non c’è ragionamento più grossolano,
eppure è ciò che succede ogni giorno, ogni volta che un “forte” opprime un
“debole”. Consideriamo infatti l’elenco dei membri B: infanti, vecchi, malati,
lavoratori, poveri, donne, omosessuali, neri, primitivi, animali. Sono molte le
parole con cui esprimere i valori posseduti: innocenza, tenerezza, tenacia,
pazienza, esperienza, bellezza, zelo, sensibilità, affettuosità, vivacità,
naturalezza, e potremmo proseguire. L’esercizio della violenza procura
all’oppressore un immediato godimento, ma nella bilancia generale, nel calcolo
assiologico dell’insieme cosmico, è soltanto una perdita, ecco perché rifiutare
e scongiurare tale esercizio sono atti etici, o eroici.
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