mercoledì 27 marzo 2019

Il diritto del più debole

   Consideriamo l’ordine concettuale corrente in merito a questi due ordini opposti di proprietà:

   A. Forza, potere, superiorità / B. Debolezza, impotenza, inferiorità.

   Elenchiamo ora dieci possibili attribuzioni di queste proprietà contemplanti l’essere umano:

   1. Adulto / Infante
   2. Giovane / Vecchio
   3. Sano / Malato
   4. Padrone / Lavoratore
   5. Ricco / Povero
   6. Uomo / Donna
   7. Eterosessuale / Omosessuale
   8. Uomo bianco / Uomo nero
   9. Uomo civilizzato / Uomo primitivo
   10. Uomo / Animale.

   Alcune di queste opposizioni ai più ripugnano al solo pensarci, in particolare quelle che sono connotate da discriminazione razziale o sessuale, poiché storicamente associate alle vessazioni. Tuttavia nessuna di queste coppie è scevra dal fenomeno della vessazione del primo membro sul secondo, al massimo sono più o meno diffuse e più o meno violente.

   Il primo termine dell’opposizione può liberamente disporre della propria superiorità relativa al secondo in due modi a loro volta opposti:

   X. Rispetto, empatia, amicizia / Y. Abuso, disprezzo, utilizzo.

   Il modo X deriva da una qualità che nel modo Y è assente, cioè la coscienza del fatto che la debolezza, l’impotenza, l’inferiorità di B sono più apparenti che reali. Essere vulnerabili, infatti, non significa certo non avere valore, come un vaso della miglior porcellana, antica cinese o Sèvres che sia, non è che valga poco o nulla perché si rompe con grande facilità. Non c’è ragionamento più grossolano, eppure è ciò che succede ogni giorno, ogni volta che un “forte” opprime un “debole”. Consideriamo infatti l’elenco dei membri B: infanti, vecchi, malati, lavoratori, poveri, donne, omosessuali, neri, primitivi, animali. Sono molte le parole con cui esprimere i valori posseduti: innocenza, tenerezza, tenacia, pazienza, esperienza, bellezza, zelo, sensibilità, affettuosità, vivacità, naturalezza, e potremmo proseguire. L’esercizio della violenza procura all’oppressore un immediato godimento, ma nella bilancia generale, nel calcolo assiologico dell’insieme cosmico, è soltanto una perdita, ecco perché rifiutare e scongiurare tale esercizio sono atti etici, o eroici.

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